Posts Tagged ‘Pier Paolo Pasolini’

Avvisaglie, recensione di Vincenzo Mazzaccaro

22 Maggio 2023

Se un poeta ti sussurra che non importa se hai capito la sequenza della sua silloge o più di una dal momento che è sua intenzione semplificare l’ordine e il numero delle poesie, può significare solo una cosa per chi scrive: al poeta in questione Enrico Cerquiglini interessa più il contenuto che stilemi programmati.
Nella sua ultima raccolta Avvisaglie (Bertoni editore, 2023) l’autore ha scritto queste sue nuove poesie che sembrano semplici, senza incagli per misurare le figure retoriche, la lunghezza del verso e quindi la lunghezza dell’intera poesia, o struttura a endecasillabi o enjambement.
Ne risulta un componimento importante, diviso in tre parti, dove il contenuto ha una sua importanza essenziale rispetto alla forma. O almeno hanno pari dignità. Le poesie stesse non hanno titolo, ma sono numerate.

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Cento anni di Pasolini

5 marzo 2022

Cento anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini, una delle menti più lucide della cultura italiana del secondo Novecento. Il suo pensiero, decisamente in controtendenza in un mondo culturale che adulava la società dei consumi e il neocapitalismo, due forme del peggiore assolutismo mai instaurato, dopo la sua morte è stato ridotto a brandelli da branchi di sciacalli che se lo sono attribuito in contesti estranei alla sua originalità intellettuale. Ora si preannunciano tutta una serie di eventi che contribuiranno a “normalizzare” il pensiero pasoliniano, a datarlo, a togliere la sua carica eversiva, ad ingessarlo nelle pastoie dell’accademia per farne magari un classico minore, uno sperimentalista sospeso tra tradizione e avanguardie. Naturalmente ci saranno fior fior di studi sul presunto mutamento antropologico degli italiani verificatosi tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso e che Pasolini aveva denunciato con toni drammatici e apocalittici e, per questo, lo si accosterà ai grandi nostalgici del bel tempo che fu, ai reazionari che si oppongono al cammino dell’uomo nella Storia. Il tragicomico della situazione è che Pasolini, ancora una volta, sarà ridotto a merce, consumato come i prodotti che hanno cambiato l’identità di un popolo e a farlo saranno coloro che sono il risultato di quel mutamento antropologico. Non so se qualcuno, pasoliniamente, avrà la capacità di denunciare il mutamento antropologico in atto, di fronte al quale quello degli Sessanta-Settanta sembra uno spettacolino per bambini. Quello che vivamente spero è che non venga massacrato ancora una volta, magari dagli stessi che lo hanno già fatto il giorno dei morti del 1975.

Dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati…

20 aprile 2012

Foto di Roland Zumbuehl

Questo scriveva Pasolini il 28 agosto 1975: “Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell’Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell’esplosione “selvaggia” della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione”.
Sono passati quasi 37 anni e la situazione italiana è apparentemente cambiata: sono scomparsi i partiti storici (DC, PCI, PSI, PRI, PDSI, PLI), dei succitati resta in vita il nonagenario Andreotti, uscito da un processo per mafia con una prescrizione che riguarda tutto ciò commesso prima del 1980, e qualche altro “potente democristiano” ripresentatosi in diversa casacca sulla scena politica della cosiddetta “Seconda Repubblica”. Agli inizi degli anni ’90, per qualche mese, in Italia si è sperato un rinnovamento, la nascita di una nuova politica che traghettasse il paese verso la modernità, verso una democrazia matura e una socialità corretta, verso una giustizia sociale e verso la verità sugli anni bui. (more…)

Pasolini provvisorio (En attendant)

3 febbraio 2012

Domenica 30 settembre 2007, alle ore 21,00, presso il teatro degli Avvolaranti di Città della Pieve Pieve (PG) si terrà la prima dello spettacolo “Pasolini provvisorio – En attendant”.

Lo spettacolo-non spettacolo nasce da un lavoro di scavo sull’opera pasoliniana. Dalla non possibilità di elaborare un cammino drammaturgico onnicomprensivo che scavasse nella complessità e vastità di un’opera che non si dà per compiuta ma che necessità di una continua e attenta ridisposizione. La forma stessa dello spettacolo-non spettacolo è volutamente aperta nella sua chiusura scenica. Il documentario-intervista, il progetto filmico e la messa in scena teatrale sono tappe, o meglio, appunti per un’opera da farsi, che trova i suoi limiti nel mutamento antrolopogico, denunciato dallo stesso Pasolini negli ultimi anni della sua esistenza. Questo mutamento ha negato ogni possibile approccio realistico e ha indirizzato verso un’indagine che non esclude un percorso metacinematografico tra i detriti della Dopostoria. (more…)

Preveniamo le infiltrazioni studiando Pasolini (lettera aperta di Davide Nota)

2 febbraio 2012

Un giovane e valido poeta, Davide Nota, posta sul blog Carta Sporca questa lettera aperta che merita particolare attenzione per l’intelligenza e l’acutezza, per la maturità e il preziosissimo suggerimento. La rilancio su “Tra nebbia e fango” condividendone appieno i contenuti e lo spirito e ringrazio Davide per la gentilissima concessione.

Diffondiamo il più possibile questo appassionato e necessario suggerimento.

e.c

Preveniamo le infiltrazioni studiando Pasolini

Questa è una lettera aperta, rivolta agli studenti delle scuole superiori e delle università italiane, che finalmente si riversano nelle strade e dentro le scuole del Bel paese, per dire al Potere politico, italiano e mondiale, che la crisi finanziaria non si paga attentando al patrimonio dei diritti repubblicani.
Sotto accusa, diretta o indiretta, è un’intera epoca, che impareremo nei prossimi anni a definire “Il trentennio” (della colonizzazione mercantile, militare e psichiatrica), e che tutto sommato aveva pensato di poter prima svincolare, e poi anteporre, la trama economica a qualunque contesto o disegno di società e di comunità. (more…)

Il corpo e le ceneri di Pasolini. Sannelli letto da Pancamo

2 febbraio 2012

Massimo Sannelli, «Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini», Fara Editore, Santarcangelo di Romagna, 2006, pp. 196, € 12,00, ISBN 88-95139-00-3

A luglio del 2006, è uscito a Santarcangelo di Romagna un saggio intitolato Philologia Pauli. Il corpo e le ceneri di Pasolini. Si tratta indubbiamente di un volume esemplare, il cui autore (il critico e poeta Massimo Sannelli) investe ed investiga con intensità amorosa – di sicuro filiale – un accadimento chiave, consumatosi all’idroscalo di Ostia Lido nel 1975, quando Pier Paolo Pasolini perì in circostanze controverse, e a tutt’oggi da chiarire a pieno, nelle quali Sannelli, dopo aver confrontato le opere dello scrittore bolognese con le cronache giornalistiche del delitto, scorge il compiersi annunciato, se non forse ineluttabile, di un destino tanto mi(s)tico quanto presumibilmente cri(s)tico. È dunque la morte di Pasolini una resurrezione sottotraccia, deputata a configurarsi come focolaio di purificazione o, magari, contagio sublime da propagare salvifico ad un’intera società in crisi? Sannelli ne sembra convinto: (more…)

Pier Paolo Pasolini: La realtà

2 febbraio 2012

PIER PAOLO PASOLINI

Da Poesia in forma di rosa (1964)

La realtà

Oh, fine pratico della mia poesia!
Per esso non so vincere l’ingenuità
che mi toglie prestigio, per esso la mia

lingua si crepa nell’ ansietà
che io devo soffocare parlando.
Cerco, nel mio cuore, solo ciò che ha!

A questo mi son ridotto: quando
scrivo poesia è per difendermi e lottare,
compromettendomi, rinunciando

a ogni antica mia dignità: appare,
così, indifeso quel mio cuore elegiaco
di cui ho vergogna, e stanca e vitale

riflette la mia lingua una fantasia
di figlio che non sarà mai padre …
Pian piano intanto ho perso la mia compagnia

di poeti dalle facce nude, aride,
di divine capre, con le fronti dure
dei padri padani, nelle cui magre

file contano soltanto le pure
relazioni di passione e pensiero.

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